E’ questo il decimo album per la band di Seattle, e arriva dopo 4 anni dall’ultimo Backspacer. 12 i brani inediti anticipati da due singoli: Mind Your Manners, punkeggiante andate, e Sirens rock ballad per antonomasia. Due pezzi che possono aiutarci a capire e riassumere l’intero album. Da una parte “qualcosa di nuovo” giusto per dare qualcosa su cui storcere il naso, dall’altra “la sicurezza” infallibile di fare centro in tutti i nostri cuori. La voce di Eddie ed il sound della band non deluderanno mai, non me perlomeno.
Fa seguito il primo singolo lanciato dalla band, Mind Your Manners, sempre energica ma a mio parere non lascerà il segno.
Dal punk alle alterazioni ritmiche di My Father’s Son, e con questo brano si rifà un passo indietro nella storia dei Pearl Jam, dove Eddie canta del rapporto tra padre e figlio.
Arriva poi il secondo singolo Sirens, la ballad song che da subito mi ha colpito, qui viene fuori tutta la melodica voce di Eddie che riesce a farmi rizzare ogni pelo delle braccia. Mi piace, la riascolto molto volentieri, come ho ascoltato e riascoltato volentieri "Thumbing my way", "Come back", "Sometimes", per chi non lo sapesse, sono grandi ballad di alcuni anni fa.
E' ora il momento della Title Track: Lightning Bolt. Due giri di manovella e il ritmo torna a salire. Questo è un brano da Pearl Jam. Se nei pezzi rockettari di prima si poteva rimproverare alla band di avere il freno a mano leggermente tirato, qui ci si velocizza e viene fuori la loro identità.
Il brano successivo, Infallible, è molto più ricercato, con musicalità che variano e toccano anche il funk, scritto a tre mani da Vedder con Gossard e Ament, con una bella apertura nel ritornello. Vedder canta della presunzione umana: “By thinking we’re infallible/We are tempting fate instead”. Mi piace.
Pendulum è un assoluto incantesimo, crea un’atmosfera surreale, ipnotizza e raccoglie mente, cuore e fisico. Una ballata dal suono, rarefatto, stratificato, con strumenti quasi lontani. Anche la voce di Vedder, si allontana nell’acuto: canta della condizione umana, questa volta delle sue continue oscillazioni, come un pendolo, appunto: “Easy come and easy go/ Easy left me a long time ago”. Un brano assolutamente ben riuscito, scritto ancora dalle stesse tre mani che hanno scritto il brano precedente.
Swallowed Whole : la voce di Eddie, il folk rock con dei ritmi trascinanti e travolgenti nei crescendo che Vedder accompagna fino all’assolo di Mike McCready. Si sente bene la schitarrata stile Into the Wild e pure il testo parla del sentirsi parte della natura.
Let the records play è la traccia successiva, rock blues con chitarre distorte tra Neil Young e i Black Keys. Anche qua, andamento e suoni che non ti aspetti dai PJ. Dato che adoro il blus, posso affermare di avere un debole per questo pezzo.
C’è poi un brano tratto da Ukulele Song, l’ultimo album da solista di Eddie, Sleeping by myself, trasformata in un folk rock, con chitarre acustiche, ma alla fine torna l'ukulele. Ottimo riarrangiamento. L'ho ascoltata due volte di fila!!!
Chiudono l’album due belle ballad contaminate ancora una volta dal folk con impronta chiaramente Vedderiana: Yellow Moon e Future Days. Quest'ultima è veramente molto bella, dolce, rilassante e coinvolgente.
Una curiosità che ho notato è che per la prima volta dopo dieci album. "Lightning Bolt" è il primo disco dei Pearl Jam ad avere al proprio interno una title track. La canzone in questione è stata scritta interamente da Vedder.
Mi sono detto: "Cristian, non riempire l'articolo con i video di tutte le canzoni, ma scegline una soltanto". L'ho scelta, ed è proprio l'ultima quella che mi ha stregato di più. L'ho presa da Youtube ed è live.
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