Ciro Di Marzio
Ciro Di Marzio, conosciuto anche con il soprannome L'immortale, è il personaggio, interpretato da Marco D'Amore, protagonista della serie televisiva Gomorra - La serie.
Ciro di Marzio perse giovanissimo i genitori durante il terremoto dell'Irpinia del 1980 e a quattro anni entrò in un orfanotrofio a Napoli, dove venne in contatto fin dalla tenera età con gli ambienti della criminalità organizzata. Entrato nel clan camorristico comandato da Pietro Savastano, si distinse fin da subito per la sua abilità e per il suo coraggio, diventando in poco tempo uno dei preferiti dal boss. Il soprannome datogli fa riferimento al fatto che non sia mai rimasto ucciso in situazioni di estrema gravità. Ha una moglie, Debora, e una figlia piccola, Maria Rita.
Nella Prima stagione, Ciro e il suo amico Attilio vengono mandati da Don Pietro a incendiare la casa di Salvatore Conte, colui che gestisce lo spaccio di hashish per conto dei clan dei Savastano che negli ultimi tempi era venuto in discordia con il boss. La vendetta di Conte non si fa aspettare, infatti manda un suo uomo a uccidere Ciro, che però sopravvive. Don Pietro, allora, organizza un'imboscata a Conte, per uccidere lui e tutti i suoi scagnozzi, mandando un manipolo di uomini capeggiati da Ciro e Attilio. Nella sparatoria che segue Attilio rimane ucciso e Ciro scopre che Conte non era presente, ma anzi era già da tempo fuggito in Spagna. Ciro prende allora sotto le sue grazie Gennaro Savastano, detto Genny, figlio di Don Pietro e secondo il boss ancora immaturo e non adatto a comandare. Don Pietro infatti pensa a Ciro come suo successore. Mentre Don Pietro cerca un traditore dentro il clan che, secondo lui, avrebbe dato delle vitali informazioni alla polizia, Genny rimane coinvolto in un grave incidente, ma sopravvive. Don Pietro, mentre accorre verso l'ospedale dove è ricoverato il figlio, viene arrestato. Sapute queste notizie, Ciro brucia un foglietto con un numero: era lui il traditore. Don Pietro dal carcere nomina come capo del clan il figlio Genny e ordina a Ciro di massacrare tutti i clienti di un bar frequentato dal clan dei nigeriani, che si erano ribellati. Questa ultima informazione viene intercettata dalla polizia e Don Pietro viene recluso nel 41 bis. Don Pietro vorrebbe passare il potere a Ciro, ma la moglie Immacolata Savastano, detta Imma, si oppone e, contro la volontà del marito, manda Ciro a Barcellona per contrattare e trovare un accordo con Conte. Là Ciro viene dapprima intimidito da Conte, che prima lo butta in mare aperto dal suo yacht, e in seguito costretto dallo stesso Conte a trattare per suo conto con un clan russo nemico, con la promessa che lo avrebbe fatto tornare vivo in Italia e che avrebbe fatto pace con Savastano. Tuttavia Ciro si salva e torna sano e salvo a Napoli dove scopre che Imma è diventata de facto il boss del clan. Imma, inoltre, affida a Ciro la gestione delle piazze dello spaccio, un compito assai inferiore a quello ricoperto in precedenza dal protagonista. Genny intanto, che era stato mandato dalla madre in Honduras per contrattare i prezzi della droga, torna a Napoli profondamente cambiato, ritenendosi pronto per diventare il nuovo boss.
Ciro entra subito in conflitto con Genny, troppo dipendente dalla madre e comincia a disseminare zizzania tra i componenti del clan, cercando di metterli contro Genny. Ciro, ormai deciso a scatenare una guerra tra clan per azzerare i vertici e diventare lui stesso il boss, ordina a Danielino, un ragazzino meccanico che gli era amico, di uccidere il braccio destro di Conte, presentandoglielo però soltanto come un tale che non aveva pagato i debiti al clan. Danielino compie l'omicidio e Ciro manda dei suoi scagnozzi per ucciderlo. Il ragazzino scopre però di essere stato ingannato e scappa. Ciro, pronto a tutto pur di trovare Danielino, rapisce, tortura e uccide la sua giovanissima fidanzata, per estorcerle informazioni sul ragazzino. Conte, intanto, infuriato per la morte dell'amico, torna in Italia. Venuto a conoscenza dei piani di Ciro e rintracciato il nascondiglio del ragazzino, Conte lo uccide mentre Genny fa di tutto per smascherare il traditore che ha ucciso l'uomo di Conte. Ciro intanto riesce a mettere ancora più zizzania all'interno del clan scatenando una guerra interna tra i vecchi affiliati, fedeli a Don Pietro, e giovani affiliati, fedeli a Genny. Imma, però, scopre il piano di Ciro e lo incontra per dirgli di uccidere Salvatore Conte e poi andarsene da Napoli per sempre, altrimenti dirà a Genny i suoi piani. Ciro, allora, la fa uccidere . Genny, però, viene a sapere dei piani di Ciro, e dà via ad una vera caccia all'uomo contro l'ex amico. Ciro scappa con la sua famiglia e cerca di accattivarsi Salvatore Conte, rivelandogli dove trovare Genny per ucciderlo. Il clan di Conte uccide tutti gli scagnozzi di Genny ma scopre che il giovane boss non è presente. Genny, infatti ha trovato Ciro e la sua famiglia ed è andato da solo per affrontarlo e ucciderlo. Nello scontro che segue, Genny viene colpito da più proiettili, accasciandosi al suolo. Ciro scappa senza sua moglie e sua figlia, che ne hanno abbastanza di lui e se ne vanno per conto loro. Intanto Don Pietro durante un suo trasferimento ad un diverso carcere è liberato dal carcere dai suoi affiliati. Genny, a terra, muove un dito: è ancora vivo.
Marco D'Amore
Marco D'Amore nasce a Caserta il 12 giugno 1981 ed è un attore italiano, nipote d'arte (il nonno ha recitato in compagnia con Nino Taranto e in qualche film di Nanni Loy e Francesco Rosi), nel 2000 supera il provino ed entra nel cast dello spettacolo Le avventure di Pinocchio, prodotto dalla compagnia Teatri Uniti di Toni Servillo, per la regia di Andrea Renzi. Nel 2002 passa le selezioni per la Scuola d'arte drammatica Paolo Grassi di Milano, dove si diploma nel 2004. Seguono varie esperienze teatrali, tra cui si ricordano quella con la compagnia di Elena Bucci e Marco Sgrosso Le Belle Bandiere e quella de La trilogia della villeggiatura, con Toni Servillo. Nel 2005, con Francesco Ghiaccio, fonda la compagnia di produzione teatrale e cinematografica La Piccola Società con la quale, nel corso degli anni, ha prodotto, diretto e interpretato quattro spettacoli teatrali (Solita formula, Il figlio di Amleto, L’albero e L'acquario) e due cortometraggi (Gabiano con una sola B e Voci bianche), entrambi in concorso al Festival del Cinema di Torino. Nel 2010 è co-protagonista al fianco di Toni Servillo nel film Una vita tranquilla di Claudio Cupellini. Nel 2012 arriva la notorietà con la Serie TV Benvenuti a tavola - Nord vs Sud e nel 2014 il grande successo grazie alla Serie TV Gomorra - La serie. Nel 2014 produce con la sua compagnia il film Un posto sicuro sui disastri dell'eternit, ed è nel cast dei film Perez., con Luca Zingaretti diretto da Edoardo De Angelis e Alaska con Elio Germano e la regia di Claudio Cupellini.
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