Ho letto un libro che si intitolava così. Kurt era il mio mito quando ero adolescente. Cantavo tutte le sue canzoni, avevo tutti i cd dei nirvana e perfino bootleg e rarità. Ero un fan a tutti gli effetti. Ancora ascolto i Nirvana, più di rado, ma li ascolto. La sua voce mi ha sempre trasmesso grandi emozioni, mi affascinava, mi coinvolgeva. Restavo in casa anche pomeriggi interi ad ascoltare 2 o 3 album di fila. Non riuscivo a separarmi da quella musica.
Per questo voglio dedicare a lui questo articolo, a lui e a tutti coloro che lo amano e lo ascoltano ancora oggi.
Kurt Donald Cobain nacque ad Aberdeen il 20 febbraio 1967. Nel 1987 fondò i NIRVANA con Krist Novoselic e in due anni la band divenne uno dei gruppi leader della scena musicale grunge di Seattle. Nel 1991 l'uscita del singolo Smells Like Teen Spirit segnò l'inizio di una decisa svolta della musica rock, ad indirizzarsi verso l'alternative rock. I media musicali avrebbero poi conferito a quel brano il titolo di "inno di una generazione", e, con esso, a Cobain l'appellativo di "portavoce" della generazione X. Kurt è stato posizionato al 45º posto nella lista dei 100 migliori cantanti secondo Rolling Stone, e le sue migliori "tracce vocali" sono Smells Like Teen Spirit, Lithium e All Apologies. Oltre a queste abbiamo "Come as you are" e "Pennyroyal Tea". Purtroppo negli ultimi anni della sua vita Cobain lottò contro la dipendenza dall'eroina e le pressioni dei media su di lui e sulla moglie Courtney Love, da cui ha avuto la figlia Frances. L'8 aprile 1994 fu trovato morto nella sua casa di Seattle, ufficialmente suicidatosi con un colpo di fucile. Negli anni seguenti si sviluppò un acceso dibattito riguardo alla sua morte che secondo molti non era un suicidio, bensì un omicidio. Non so quale sia la verità, so soltanto che con lui se n'è andato un pezzo di Grunge.
Prima di morire lasciò una lettera (ammesso che si tratti di suicidio), ve la riporto:
Vi parlo dal punto di vista di un sempliciotto un po' vissuto che preferirebbe essere uno snervante bimbo lamentoso. Questa lettera dovrebbe essere abbastanza semplice da capire. Tutti gli avvertimenti della scuola base del punk-rock che mi sono stati dati nel corso degli anni, dai miei esordi, intendo dire, l'etica dell'indipendenza e di abbracciare la vostra comunità si sono rivelati esatti. Io non provo più emozioni nell'ascoltare musica e nemmeno nel crearla nel leggere e nello scrivere da troppi anni ormai. Questo mi fa sentire terribilmente colpevole. Per esempio quando siamo nel backstage e le luci si spengono e sento il maniacale urlo della folla cominciare, non ha nessun effetto su di me, non è come era per Freddie Mercury, a lui la folla lo inebriava, ne ritraeva energia e io l'ho sempre invidiato per questo, ma per me non è così. Il fatto è che io non posso imbrogliarvi, nessuno di voi. Semplicemente non sarebbe giusto nei vostri confronti né nei miei. Il peggior crimine che mi possa venire in mente è quello di fingere e far credere che io mi stia divertendo al 100%. A volte mi sento come se dovessi timbrare il cartellino ogni volta che salgo sul palco. Ho provato tutto quello che è in mio potere per apprezzare questo.
Ho apprezzato il fatto che io e gli altri abbiamo colpito e intrattenuto tutta questa gente. Ma devo essere uno di quei narcisisti che apprezzano le cose solo quando non ci sono più. Io sono troppo sensibile. Ho bisogno di essere un po' stordito per ritrovare l'entusiasmo che avevo da bambino. Durante gli ultimi tre nostri tour sono riuscito ad apprezzare molto di più le persone che conoscevo personalmente e i fans della nostra musica, ma ancora non riesco a superare la frustrazione, il senso di colpa e l'empatia che ho per tutti. C'è del buono in ognuno di noi e penso che io amo troppo la gente, così tanto che mi sento troppo fottutamente triste. Il piccolo triste, sensibile...! Perché non ti diverti e basta? Non lo so! Ho una moglie divina che trasuda ambizione e empatia e una figlia che mi ricorda troppo di quando ero come lei, pieno di amore e gioia.
Bacia tutte le persone che incontra perché tutti sono buoni e nessuno può farle del male. E questo mi terrorizza a tal punto che perdo le mie funzioni vitali. Non posso sopportare l'idea che Frances diventi una miserabile, autodistruttiva rocker come me. Mi è andata bene, molto bene durante questi anni, e ne sono grato, ma è dall'età di sette anni che sono avverso al genere umano. Solo perché a tutti sembra così facile tirare avanti ed essere empatici. Penso sia solo perché io amo troppo e mi rammarico troppo per la gente. Grazie a tutti voi dal fondo del mio bruciante, nauseato stomaco per le vostre lettere e il supporto che mi avete dato negli anni passati. Io sono troppo un bambino incostante, lunatico! E non ho più nessuna emozione, e ricordate, è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente.
Pace, Amore, Empatia.
Kurt Cobain
Frances e Courtney, io sarò al vostro altare. Ti prego Courtney continua così, per Frances. Per la sua vita, che sarà molto più felice senza di me. Vi amo. Vi amo! Kurt
Good Bye Kurt
3 commenti:
Molto bello il tuo articolo.
Chissà perchè a volte ci attacchiamo così tanto a qualcosa, vero? Chissà quali sono i veri motivi che abbiamo dentro....
Ciao!
Sara
Grazie Sara. E' vero, molto spesso ci leghiamo molto a cose o persone, a simboli o a gente che nemmeno conosciamo bene. E' la natura umana. Tutto ciò che in qualche modo ci colpisce segna la nostra vita.
Ciao Sara!!
P.S. Sono molto contento che tu segua abitualmente il mio blog.
Un bacio
E io sono molto contenta di seguirlo!
A presto!
Sara
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