Comandare i robot a mente: ora si può

La fantascienza parla ormai da quasi un secolo di robot domestici e protesi bioniche, e siamo abituati a considerare queste cose come 'futuribili', ma ormai almeno per alcuni aspetti la traduzione in realtà concreta è vicinissima. Presto ad esempio le persone paralizzate potranno compiere azioni quotidiane senza assistenza, muovendo un arto robotico direttamente con il pensiero. E' il risultato di uno studio pubblicato su The Lancet da un team di ricerca dell’università di Pittsburgh, basato su esperimenti condotti su una donna di 52 anni paralizzata dal collo in giù. A febbraio le sono stati impiantati due chip elettronici direttamente nella corteccia motoria, la zona del cervello che invia gli impulsi del movimento agli arti. Grandi come due mentine, questi due congegni registrano, tramite elettrodi, gli impulsi provenienti dai neuroni e li trasmettono via cavo a un computer che li decodifica in istruzioni per un braccio robotico. L'esperimento, durato 13 settimane, è iniziato con una fase di apprendimento, in cui la donna ha osservato i movimenti della protesi immaginando di controllarla. Il computer ha potuto così registrare l’attività neurale e utilizzare tali informazioni per scrivere le 'istruzioni', cioè decodificare le intenzioni di movimento. A quel punto gli scienziati hanno lasciato il controllo dell’arto alla donna, che già il secondo giorno riusciva a muoverlo in più direzioni, e alla fine dell'esperimento poteva effettuare sette tipi di movimenti e portare a termine azioni complesse come spostare un oggetto. Un risultato simile a un altro esperimento riportato dalla rivista Nature: partito nel 2006 con l’obiettivo di permettere a un paziente di muovere il cursore di un computer con la mente, è culminato nel maggio scorso con un risultato sbalorditivo: Cathy Hutchinson, una donna da 15 anni paralizzata totalmente, muove con il pensiero un braccio robotico, afferra una bottiglia e se la porta alla bocca per bere.