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Coro del Miserere - Monastero di Fonte Avellana


Assistere ad un coro del miserere da dentro, mi mancava. La melodia delle varie voci che si fondono è incredibilmente rilassante e poetica. 
Il canto del miserere è parte integrante nella "Processione del Cristo Morto" di Gubbio, di cui è depositaria la Confraternita della chiesa di Santa Croce della foce, che dal medioevo vede sfilare tra le vie della città i simboli della Passione. I cantori divisi in due cori, del Cristo e della Madonna, accompagnano le due statue lignee con il canto delle strofe del salmo, tramandando oralmente una tradizione secolare. 
Questa volta i nostri cantori sono stati invitati dai frati dell'Eremo di Fonte Avellana per cantare durante la liturgia della domenica. Ci siamo quindi recati lì di mattina e ci siamo fermati a pranzare nel Refettorio.

Refettorio

Dopo il pranzo un frate ci ha fatto da guida per la visita del monastero iniziando il viaggio, a ritroso nel tempo, dallo Scriptorium originale , poi sala delle pergamene. 
ll Monastero di Fonte Avellana è situato alle pendici boscose del monte Catria e le sue origini si collocano alla fine del X secolo, intorno al 980, quando alcuni eremiti scelsero di costruire le prime celle di un eremo che nel corso dei secoli diventerà l'attuale monastero.
La spiritualità di questi eremiti fu influenzata da San Romualdo di Ravenna, padre della Congregazione benedettina camaldolese. Egli visse e operò fra il X e l'XI secolo in zone vicinissime a Fonte Avellana, quali Sitria, il monte Petrano, e San Vincenzo al Furlo. Qui soggiornò anche Dante Alighieri.



Sala delle Pergaemene
La sala delle Pergamene fu costruita nel secolo XI forse su progetto per realizzare una chiesa o una cappella, non fu mai utilizzata come luogo di culto. Fu dapprima laboratorio per la preparazione delle pergamene e la rilegatura dei manoscritti poi anticamera della residenza degli abati. La sala è oggi dedicata a San Giovanni da Lodi che fu direttore dello Scriptorium, amanuense personale e uomo di fiducia di San Pier Damiano tanto che gli succedette come priore nel 1072. Negli ultimi tre anni della vita fu vescovo di Gubbio ove morì nel 1105.

Scriptorium
Lo "Scriptorium S. Pier Damiani" è l’ambiente più significativo di Fonte Avellana; il luogo dove i monaci amanuensi obbedivano alle disposizioni della Regola di San Benedetto circa il lavoro quotidiano trascrivendo su pergamena antichi testi classici greci e latini, realizzando preziosi codici miniati. Quello di Fonte Avellana è uno dei pochissimi ancora originali non avendo mai avuto bisogno di essere ricostruito a seguito di bombardamenti o fenomeni sismici. E' meraviglioso lo studio delle aperture per usufruire della stessa intensità di luce durante tutto l'arco della giornata.

Scriptorium
Lo Scriptorium fu costruito nel sec. XII in sostituzione di un altro costruito nel secolo precedente e probabilmente divenuto insufficiente a contenere i monaci incaricati del lavoro amanuense. Dopo la scoperta della stampa, verso la fine del sec. XV, lo Scriptorium venne modificato per essere destinato ad altri usi: furono murate le monofore superiori e fu abbassato il soffitto costruendo delle volte più basse in mattone poi intonacate. È a quel periodo che risale l’apertura delle sei finestre inferiori. In queste condizioni è rimasta la sala fino al 1958 quando, dopo un’intensa opera di restauro è stata riportata al suo antico splendore. Oggi viene utilizzato per incontri di spiritualità e di lectio divina.

Abbiamo poi continuato il nostro viaggio attraversando un corridoio fatto costruire da San Pier Damiani nel sec. XI, che aveva inizialmente la funzione di "statio". I monaci confluivano qui, tornando dai loro vari lavori o dalle loro celle per predisporsi con il silenzio alla celebrazione liturgica. Dopo questa sosta preparatoria la comunità entrava processionalmente in chiesa cantando gli inni introitali. Accanto alle volte a crociera e agli archi a tutto sesto tipici del Romanico italiano, due archi ogivali tipici della tradizione fenicia che i monaci di Fonte Avellana avevano probabilmente visto durante i pellegrinaggi in Terra Santa e poi descritto, al loro ritorno, alle maestranze e agli architetti che qui lavoravano.


Abbiamo concluso il tour con la visita della cripta.
La Cripta (sec.X) è considerata la parte più antica di Fonte Avellana. È la chiesa primitiva e forse contemporanea alle origini dell’eremo; è il più antico luogo di culto esistente a Fonte Avellana, ma soprattutto è l’ambiente che meglio caratterizza l’impronta austera e non priva di solida bellezza che si volle per queste antiche costruzioni dedicate alla preghiera.
Con la costruzione della Basilica alla fine del sec. XII la parte occidentale della chiesa primitiva è andata perduta mentre quella a oriente, ancora perfettamente conservata, presenta le finestre rivolte a est verso la luce dell’alba, luce del Risorto. Sullo sguincio delle finestre sono posti dei gradini simboleggianti l’ascesa verso la luce.

Cripta
Cripta
Cripta
Cripta
Siamo poi entrati nella basilica minore.
Edificata a partire dal 1171 e consacrata per la prima volta nel 1197, fu elevata a Basilica Minore il 5 Settembre 1982 dal Santo Padre Giovanni Paolo II in visita a Fonte Avellana per la conclusione delle celebrazioni del Millenario della fondazione. E’ costruita a croce latina in stile romanico con lievi presenze ogivali e presenta il presbiterio rialzato posto sopra la già esistente chiesa divenuta cripta.
L'altare maggiore è sovrastato da un imponente Crocifisso ligneo del 1567 opera di Francesco Tiraboschi da Pavia.
Dietro l’altare, pur non in piena armonia con il resto della costruzione, è stato posto il coro realizzato in stile neoclassico nel 1854.


La chiesa originariamente non aveva il coro: i monaci Avellaniti officiavano di giorno davanti all’altare maggiore e di notte in quella che oggi è la cripta.
Quando subentrarono i Camaldolesi, questi fecero costruire un coro sopra l'atrio della chiesa dove officiavano sia di giorno che di notte eccetto che nella stagione invernale quando anch’essi utilizzavano la cripta. Nella prima metà del sec. XIX fu deciso di spostare il coro dal fondo della chiesa al retro dell’altare maggiore.

Coro del Miserere
Coro del Miserere
Coro del Miserere
Coro del Miserere

Tornando al Miserere, Il Salmo 51 (numerazione greca: salmo 50) è ritenuto uno dei principali componimenti del libro biblico dei Salmi. Ha influenzato la teologia di Agostino e di Lutero e ispirato innumerevoli composizioni musicali. Viene sovente chiamato Miserere dal titolo riportato dalla traduzione latina ed è un salmo penitenziale, perché in esso il peccatore esprime il suo pentimento ed invoca la misericordia divina. Nella lingua popolare espressioni come "È al Miserere", "Gli si può cantare il Miserere" si riferiscono a una persona in fin di vita, e si spiegano col fatto che le preghiere di veglia per i defunti comprendevano appunto la recitazione del Salmo 51 (50).

Parte del gruppo dei Cantori



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