Alcuni giorni fa è stata scoperto il Bosone di Higgs, la cosiddetta “particella di Dio”, che spiegherebbe il perché ogni cosa ha una massa. Si tratta di una scoperta che gli scienziati definiscono la più importante degli ultimi 100 anni, e che è destinata a far riscrivere gran parte della fisica moderna. L'annuncio è stato dato alcuni giorni fa dai coordinatori dei due esperimenti: l'americano Joseph Incandela, per Cms, e l'italiana Fabiola Gianotti, per Atlas. Entrambi gli esperimenti hanno rilevato con un margine di errore vicino allo zero che la nuova particella ha dimensioni pari a circa 125-126 GeV (elettronvolt), cioè pesa 125 e 126 volte più di un protone. “E' grazie all'eccellente performance del Lhc (il superacceleratore) e di Atlas e ai notevoli sforzi di tutte le persone che vi hanno lavorato che abbiamo conseguito questo risultato entusiasmante” ha commentato Gianotti, specificando tuttavia che “occorre ancora un po' di tempo per preparare i risultati ai fini della pubblicazione”. Fantascienza per noi comuni mortali. Per lo meno per me.
Alla gremita presentazione, nella sede del Cern, era presente anche Peter Higgs, oggi 83 enne, che nel 1964 ipotizzò l'esistenza del bosone, che porta il suo nome. Higgs, che non è riuscito a trattenere le lacrime per la commozione, ha commentato: “è davvero incredibile che tutto questo sia successo mentre sono ancora in vita”. Credo che ognuno di noi sarebbe ben lieto di vedere che quello che hai ipotizzato anni prima è vero ed è scientificamente provato.
Intanto, ha concluso Rolf Heuer, direttore generale del Cern, la scoperta rappresenta una “pietra miliare” nella comprensione della nostra natura, che “apre una strada a studi più specifici, che richiederanno dati statistici ingenti e che metteranno a nudo le nuove proprietà della particella, illuminandoci su alcuni dei misteri irrisolti dell'universo”.
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