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Vasco Rossi fa causa a Nonciclopedia.


Tutti in Italia sanno chi è Vasco Rossi, moltissimi l’estate scorsa hanno seguito con apprensione il cancan mediatico sulle sue condizioni di salute e le relative dimissioni (presto ritirate) dalla carriera di rock-star, molti continuano a seguire i «clippini» amatoriali con cui il cantante di «Fegato, fegato spappolato» esterna sul web su questioni di varia umanità. Pochi tra gli over 35 sapevano cosa fosse Nonciclopedia, versione satirica di Wikipedia che da ormai sei anni si fa beffe di tutto e tutti, molti si sono accorti della sua esistenza una manciata di ore fa, moltissimi proprio in queste ore si stanno mobilitando sui social network a suo sostegno. Motivo? Incredibile ma vero: il Blasco, ritenendosi offeso dalla pagina a lui dedicata, ha fatto causa per diffamazione al sito web e gli amministratori di quest’ultimo l’hanno simbolicamente chiuso per sciopero
Le ragioni della satira. «Nonciclopedia - si legge sull’homepage - chiude i battenti a tempo indeterminato per colpa di quelle persone che si prendono troppo sul serio. Un sentito ringraziamento a Vasco Rossi e ai suoi avvolt... avvocati». Al centro della questione ci sarebbe una cospicua richiesta di risarcimento per la voce che lo riguardava e che, come tutte le altre, da stamani è stata completamente rimossa. I legali di Vasco avrebbero infatti rilevato gli estremi della diffamazione nella pagina satirica. 

Le ragioni del cantante. Rossi è ancora ricoverato nella clinica Villalba a Bologna. Per lui parla la portavoce Tania Sachs: «Difendersi dagli insulti che piovono in maniera gratuita e non si sa per quale motivo – ha detto -, non è solo lecito, è doveroso: libertà di stampa non è libertà di offendere. Più di un anno fa - ha spiegato la Sachs - nel febbraio 2010, abbiamo sporto querela per diffamazione nei confronti del sito Nonciclopedia che degli insulti contro Vasco Rossi aveva fatto la sua bandiera. Insulti quotidiani e gratuiti, insulti a tempo perso e senza alcun motivo. A un anno e mezzo circa dalla denuncia per diffamazione il magistrato in questi giorni ha riscontrato che gli elementi di reato per diffamazione esistono tutti e lo ha comunicato alle parti. In seguito alla comunicazione del magistrato, gli amministratori di quel sito hanno deciso autonomamente di chiuderlo – conclude la Sachs - perché si sono evidentemente accorti di essere nel torto».

Le ragioni del web. Comunque stiano le cose, l’annuncio ha avuto un effetto boomerang per il rocker: sulla sua pagina di Facebook stanno infatti piovendo pesanti insulti nei suoi confronti e fra i critici di Vasco e i suoi più strenui fan si accendono, ovviamente, ferocissime discussioni. Le pagine che dimostrano solidarietà al sito satirico, come «Chiudiamo Vasco Rossi e riapriamo Nonciclopedia», si moltiplicano di ora in ora. C’è anche chi fa notare all’uomo di Zocca che se il sito riaprirà, non sarà difficile individuare il bersaglio più colpito. Andrea Scanzi, scrittore e opinionista seguito da quasi cinquemila utenti Facebook, gli dà del tu: «C’è una vecchia regola, caro Vasco, che un neo-adepto del web dovrebbe conoscere. In Rete nulla si cancella, perché la Rete (nel bene e nel male) tutto conserva. Autogol dozzinale, patetico e caricaturale».
La pagina incriminata. Ma cosa c’era scritto nella pagina di Nonciclopedia nelle ultime ore rimossa? Si apriva con una citazione del celebre intercalare del cantante («Eeeeeehhh…»), vi si facevano riferimenti insistiti alla semplicità della struttura armonica dei suoi brani e alle di lui licenze poetiche. Una su tutte: «anche se certe cose un senso non ce l’ha» (sic!). Innumerevoli i passaggi relativi alle sue disavventure con le sostanze stupefacenti: Rossi viene in sintesi definito come un «celebre consumatore di Coca Cola» che «a volte canta». Sfottò pesanti, mal tollerati dal Blasco e rapidamente impugnati dal suo ufficio legale. Quelli di Nonciclopedia già immaginano come andrà a finire questa storia: «Probabilmente si terrà un processo, al termine del quale quel brufoloso ragazzino quindicenne che ha scritto la pagina dopo essere stato picchiato dai suoi compagni di classe, adesso dovrà anche pagare gli alimenti al nullatenente Vasco Rossi». O forse no: con i tempi della giustizia italiana, esistono tutti i presupposti perché il «ragazzino quindicenne» diventi padre di famiglia.

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