La storia aveva già fatto discutere parecchio, tanto da spingere il quotidiano conservatore tedesco die Welt a titolare: «La chiesa cattolica guadagna un capitale grazie al porno». L'accusa è contro Weltbild, uno dei più grandi editori e distributori di libri in Germania, al 100% di proprietà della Chiesa cattolica, che ha nel suo catalogo decine di pubblicazioni pornografiche.
Facendo qualche ricerca sul suo sito è possibile trovare più di 2 mila libri sull'erotismo e più di 4 mila sull'esoterismo – per non parlare delle partecipazioni in editrici che hanno come core business proprio la pornografia. Troppo. Tanto da spingere Benedetto XVI a intervenire direttamente sull'argomento. «È giunto il momento di arginare in maniera energica la prostituzione, nonché l'ampia diffusione di materiale dal contenuto erotico o pornografico, anche su internet" ha dichiarato nel suo richiamo alla Chiesa tedesca».
Parole che molti chiaramente hanno interpretato come una censura a titoli come «Sesso per intenditori», «Storie sporche», «La puttana dell'avvocato», e a copertine su cui campeggiano foto piuttosto esplicite. Fino a qualche mese fa Weltbild - 6.400 dipendenti e un giro d'affari annuo di 1,7 miliari di euro - minacciava azioni legali. Ora pare proprio che dovrà voltare pagina.
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