Ho letto ora che il 27 dicembre 2011 i carabinieri hanno arrestato Augusto Giuseppucci, fratello di Franco, detto «Er Negro», uno dei leader storici della Banda della Magliana, ucciso nel 1980 a Trastevere, in piazza San Cosimato. E’ successo la sera prima, quando una telefonata al “112” ha segnalato una lite in famiglia. Gli agenti intervenuti sul posto hanno trovato il 57enne in possesso di decine di dosi di hashish e di un bilancino di precisione. Per lui l’arresto con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di droga e violazione degli obblighi della sorveglianza speciale. L’uomo non era certo sconosciuto alle forze dell’ordine. Nel 2005 le manette avevano lo stesso legame a sostanze stupefacenti. All’epoca venne arrestato insieme ad altre 22 persone, due ex affiliati della Banda della Magliana, un ex avvocato molisano radiato dall’Ordine e un 60enne considerato dagli inquirenti uno dei “referenti romani” di Pippo Calò e alcuni ultras. Fino al 2008, invece, era stato uno dei «sette uomini d’oro», banda di malviventi che si travestivano quasi sempre da postini per mettere a segno alcune delle rapine più efferate dell’epoca ai danni di banche della Capitale.
La cosa buffa è che il giorno dopo, 28 dicembre 2011 è tornato in libertà. Lo ha deciso il giudice monocratico di Roma Michele Romano che lo ha processato e assolto per insussistenza dei gravi indizi contestati, accogliendo le richieste del difensore Cesare Placanica.
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